Acquisire clienti, lavorare efficientemente , consegnare entro i termini e rimanere con fatture non pagate è una triste realtà che le PMI vivono quotidianamente e che, col tempo , mette a rischio la loro sopravvivenza. I ritardi dei pagamenti generano mancanza di liquidità e spingono le PMI a richiedere capitale di terzi facendo leva sull’ indebitamento bancario; e per le imprese, in tempo di recessione, non si tratta di un compito facile. Il problema della gestione dei crediti e la pianificazione delle attività di recupero, spesso , sono affrontati dall’imprenditore quando è ormai troppo tardi. La gestione dei crediti non è di mera competenza del reparto di contabilità: si tratta di un’attività specifica che tende a coinvolgere la direzione generale, quella commerciale e quella della finanza aziendale, cioè il coinvolgimento della alta dirigenza aziendale in quanto , i clienti che non pagano o pagano in ritardo, minano l’esistenza dell’impresa. Le statistiche indicano che i rischi maggiori (fallimento) riguardano le PMI con meno di cinque anni di attività ma anche quelle con un’attività consolidata non sono immuni dal collasso finanziario. Infatti la maggior parte delle perdite legate ai crediti non incassati proviene dai clienti abituali perché ,spesso , si crede di conoscere bene il cliente e si tende ad ignorare i segnali di un imminente insolvenza. Occorre, pertanto, impiantare in azienda una efficace attività di gestione e controllo dei crediti che , attualmente, per la maggior parte delle piccole imprese è un compito che assolve l’imprenditore stesso o a volte sua moglie o un dipendente fidato . Mentre il ricorso all’esternalizzazione delle attività di incasso garantirebbe una migliore liquidità e concederebbe all’imprenditore più tempo per le mansioni aziendali fondamentali.